BIOGRAFIA
Michela Gioachin nasce a Montecchio Maggiore (VI) il 26/04/1978.
Attualmente vive e lavora a Vicenza
formazione
Laureata con lode nel 2003 all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Studia con Riccardo Guarneri, Ennio Finzi, Luca Bendini, Maurizio Martelli e Mauro Zocchetta.
principali esposizioni
“Premio Arte 2002”, concorso e collettiva a cura della rivista Arte Mondadori, Palazzo della Permanente, Milano. Premio Accademia.
“Michela Gioachin”, personale a cura di Adelina Rado, Galleria Eclectica, Mestre (VE) (2010)
“A Romantic Glitch”, personale antologica a cura di Silvia Rossi, Sale delle Scuderie del Castello di Poppi, Poppi (AR) (2016)
“La grande bellezza nr. 4 – Uno, Nessuno e Centomila” , a cura di Silvia Rossi, Kunsthaus Burg Obernberg, Obernberg (A) (2019)
La ricerca artistica di Michela Gioachin si è da sempre concentrata sulla figura della donna, in special modo sulla potenzialità comunicativa dei volti femminili, con particolare predilezione per il ritratto inteso in primis come indagine psicologica. I soggetti scelti per essere immortalati nelle sue opere sono dei veri e propri quivis de populo, perfetti sconosciuti estrapolati da riviste o addirittura dalla rete, rifotografati in movimento per renderli parti del suo intimo universo artistico e riprodotti poi sulla tela con una tecnica pittorica ad acrilico molto diluito e steso a pennello per successive velature, idonea proprio ad esaltare il movimento dei corpi.
Anche la luminosità, che trapela dalle figure, contribuisce a rendere al meglio lo sdoppiamento dei corpi, ampliandone il contorno fino a suggerire un’immanenza di femminilità, un’aura soffusa o una presenza vibrante; le rende simili ad ectoplasmi delicati di particelle luminose in dissoluzione aerea, pari ad un pulviscolo prezioso immateriale, e unisce la vita alla forma per iscriverla nel percorso del recupero delle esperienze sensoriali (cit. Maria Lucia Ferraguti – “La Domenica di Vicenza” aprile 2014).Questi concetti sono espressi anche nell’ultimo progetto (2015) dal titolo significativo di “Personalità”, di cui fanno parte sei tele, nelle quali l’artista ritrae tipologie femminili diverse per aspetto fisiognomico e caratteriale. Ogni volto esprime una particolare attitudine caratteriale, sottolineata anche dalla scelta coloristica; neppure casuale è anche l’uso di formati tipici dei ritratti borghesi, ovali e tondi, per dare ancor più valenza al ritratto contemporaneo.In conclusione si può affermare che l’opera di Michela Gioachin si inserisce a pieno titolo in quel filone artistico denominato Glitch Art che, soprattutto di recente, ha avuto modo di affermarsi nel panorama artistico mondiale e che fa dell’errore e dell’imperfezione il suo sublime punto di partenza per l’elaborazione artistica: costante, infatti, nelle sue opere è il ricorso al c.d. “glitch pittorico” nella fotografia, mezzo formale attraverso cui i soggetti si sdoppiano elettricamente per essere in costante divenire e mai statici, consentendo così all’artista di fuggire dalla perfezione tipica dell’iperrealismo e di raccontare ciò che ricerca: i moti dell’anima e l’energia dinamica e mutevole dei sentimenti e delle emozioni.